Archivio di Agosto 2005

Cito dall’editoriale di Laura Scarpa su Scuola di

martedì, 23 Agosto 2005

Cito dall’editoriale di Laura Scarpa su Scuola di Fumetto uscito questo mese approposito del film su Sin City: “… Del fumetto c’è tutto, pare di sfogliare lo schermo, geniale. Ma c’è anche l’assenza di complessità e il testo recitato non fa un buon servizio al testo scritto, lo banalizza, e i rimandi appaiono triti e scontati… vien da pensare che il fumetto non sappia dare di più. Vorrei che qualche volta l’incontro di questi due mezzi fosse un po’ più sottile. Perché ad effetti speciali, la carta perde.”. Vedo che il parere è simile a ciò che espressi settimane fa… Ho ancora il senso di amaro per quella pellicola sull’opera di Miller, senza nulla togliere alla fotografia in bianco e nero che è assolutamente incisiva. Il problema è che alcuni registi e produttori non hanno compreso il come adattare un personaggio di carta sulla pellicola: credo non ci sia niente di male nel dare una interpretazione totalmente slegata dai “tempi” della lettura, anzi è una sfida creativa. Come “Batman begins” ha insegnato. E che i “Fantastici Quattro” invece non hanno proprio recepito… (No, non lo vedrò al cinema).

Ci sono degli attimi quando ti soffermi con la mac

lunedì, 8 Agosto 2005

Ci sono degli attimi quando ti soffermi con la macchina davanti ad un semaforo. Di solito è sera, il viso è coperto ad intermittenza non regolare da luci rosse, magari l’asfalto è umido, alzi lo sguardo sullo specchietto retrovisore e fissi nel vuoto. Ma poi focalizzi. E noti lo sconosciuto di quei due minuti. A volte è il viso stanco, troppo, di una ragazza con la sigaretta. Le rughe accentuate per la sua età, persa in pensieri quotidiani. Forse l’autoradio accesa. Forse ha voglia solo di tornare a casa. Cerco di immaginare con che dialetto formulerà il saluto una volta arrivata. Sempre se c’è qualcuno che sarà lì ad attenderla. Occhi persi nel nervoso. Così ogni giorno. Ogni vita, ogni formica. Giorno dopo giorno. Senza chiedere altro se non di accendere un’altra sigaretta. Siamo miliardi. Una volta è la ragazza della sigaretta, una volta è la madre con la figlia piccola, una volta è l’uomo spazientito. Il semaforo è verde. Perdo di vista una vita ignota. E ritorno alla mia.