In nome di un obiettivo giusto qualcuno vuole riportare la libertà, l’indipendenza, la sovranità. Qualcuno vuole regalare la democrazia a chi non l’ha mai avuta. A chi era abituato ad avere una libertà diversa e inconcepibile per noi, occidentali. E, lo dico, inconcepibile anche per me.
Ma questo obiettivo sembrava essere nato nel giusto, sembrava che ci fossero le preoccupazioni più che rilevanti in un equilibrio così delicato. Ma le armi chimiche e le scuse non ci sono più, e mi domando allora se questo obiettivo sia ancora giusto per noi occidentali.
Noi italiani siamo bravissimi a dare aiuto anche a chi è totalmente diverso da noi, siamo bravi a dare un senso ai tempi più bui e tristi senza mai perderci d’animo. Anche in terre sconosciute. Anche quando si parla di guerra, usando una parola che non è adeguata per noi perché non siamo in guerra con nessuno.
Ma noi italiani siamo fra un’incudine e un martello. Fra superpotenti preventivi e kamikaze senza rispetto. Attutiamo il colpo.
Delle madri piangono, dei padri chiudono gli occhi, quando ormai tutto è già stato vissuto, e baciato via dal vento di una terra arida.
Sanno cosa hanno fatto i loro figli.
In nome di tutto ciò che è buono.